Sospensione e revoca della pensione: ecco chi rischia di perdere tutto

Ci sono alcuni casi in cui i pensionati rischiano la sospensione e la revoca del trattamento da parte dell’INPS: a cosa fare attenzione.

La sospensione e la revoca della pensione sono possibilità concrete per alcuni soggetti che rischiano infatti di perdere le prestazioni da parte dell’INPS in alcune circostanze.

Uomo triste guarda nel vuoto abbracciando documento
Sospensione e revoca della pensione: ecco chi rischia di perdere tutto – grupposenatoforzaitalia.it

I sindacati hanno lanciato un campanello d’allarme che vale come promemoria per i più distratti che commettono un errore comune che può portare alla sospensione e alla revoca della pensione (e non solo). Ecco chi rischia di perdere tutto, perché e come evitarlo.

Sospensione e revoca della pensione: chi rischia e perché

L’INPS ha informato i contribuenti interessati del potenziale rischio di sospensione o revoca della propria prestazione. Sono interessati coloro che hanno determinati requisiti reddituali, incluso chi riceve solo una parte della prestazione legata ai propri redditi o a quelli cumulati con il coniuge.

Coppia legge documento da un professionista con PC
Sospensione e revoca della pensione: chi rischia e perché – grupposenatoforzaitalia.it

L’obiettivo è portare gli interessati ad eseguire tutte le iniziative necessarie per evitare la sospensione o addirittura la revoca della pensione. Non si rischia solo la sospensione o la revoca delle pensioni ma anche delle prestazioni accessorie come:

  • integrazione al trattamento minimo
  • assegno di invalidità
  • maggiorazione sociale
  • importo aggiuntivo
  • quattordicesima
  • assegno sociale.

Insomma, tutte misure strettamente legate al reddito dichiarato dai beneficiari. Ma chi e perché rischia? Chi non ha trasmesso i redditi relativi agli anni 2020 e 2021. I sindacati stanno infatti chiedendo un intervento tempestivo da parte degli interessati, per evitare queste spiacevoli conseguenze. Sul portale pensionati.Cisl.it ci sono tutte le informazioni utili per regolarizzare la propria posizione.

Tutti i pensionati che non hanno ancora comunicato all’INPS i propri redditi per il 2020 e il 2021 devono quindi agire subito. L’INPS ha infatti comunicato che le lettere informative sono state inviate entro la metà di luglio e in questa documentazione è scritto che la sospensione della prestazione ci sarà per chi non adempirà entro il 19 settembre. Per adempiere occorrerà presentare una domanda di ricostituzione della pensione per motivi reddituali da presentare in autonomia tramite SPID, CIE o CNS, oppure con il supporto di un patronato o del sindacato.

I pensionati dovranno inserire manualmente i propri redditi relativi agli anni 2020-2021 (quelli che risultino mancanti) attraverso l’apposito form sul sito dell’INPS. È consigliabile includere anche i redditi degli anni successivi, come 2022 e 2023, per prevenire nuove sospensioni nei prossimi anni. Se non si adempie, scatterà immediatamente una trattenuta del 5% sull’importo della pensione mensile percepita e, se si oltrepassa la scadenza del 19 settembre senza aver regolarizzato la posizione, l’INPS procederà con la revoca della prestazione.

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