Ora emerge un problema inaspettato per chi è in possesso del tonno in scatola a causa della possibile presenza di mercurio.
Ognuno di noi può avere gusti differenti a tavola, cosa che può evidentemente incidere quando si fa la spesa, scegliendo alcuni alimenti rispetto agli altri. Ci sono però quelli che possono essere definiti “cibi passpartout” che in genere piacciono a tutti o quasi, bambini compresi, che si tende ad avere in casa per utilizzarli soprattutto quando non si ha grande voglia di cucinare. Tra questi c’è il tonno in scatola, che può essere sfruttato sia come condimento per la pasta, sia come secondo o insieme all’insalata.

Le tipologie disponibili sul mercato sono diverse, da quelle al naturale a quelle già condite con l’olio d’oliva, così come le marche che lo producono, anche se non è detto si arrivi a scegliere sempre lo stesso, specialmente se si nota qualche offerta. Ora però si dovrebbe prestare la massima attenzione se si è deciso di comprarlo da poco ma non è stato ancora consumato, è da poco partita un’allerta alimentare che non deve essere sottovalutata.
Allarme per il tonno in scatola: cosa sta accadendo
Si tende solitamente a pensare che tutto quello che è disponibile in vendita sia di buona qualità, indipendentemente dall’azienda produttrice e sottoposto a controlli che consentono di stare al sicuro. Purtroppo, però, non sempre questo accade, come dimostrano le varie operazioni di richiamo che periodicamente vengono organizzate non appena ci si rende conto di possibili problemi che possono emergere dopo avere realizzato alcuni test specifici, per questo si informa il prima possibile la clientela, con la speranza che quel prodotto non sia stato consumato, ma possa essere restituito.
Questa volta nel mirino è finito qualcosa che tanti tendono a tenere in frigorifero per usarlo in caso di necessità, comprese le volte in cui non si ha voglia di mettersi ai fornelli, il tonno in scatola, per questo a esserne interessati potrebbero essere in molti. Tutto sarebbe dovuto alle conseguenze create dalla pesca intensiva, che potrebbe portare all’interno del pesce il mercurio, sostanza che non fa bene al nostro organismo.
Il problema è noto da tempo, soprattutto perché c’è la consapevolezza di come questo avvenga, ovvero in seguito a processi industriali come la combustione di carbone che porta all’accumulo nei mari, fino alla trasformazione in metilmercurio. Tra le specie in cui risulta essere maggiormente presente c’è il tonno, soprattutto quello che può essere pescato in zone inquinate o se ha dimensioni elevate.

Evitare di consumare cibi che possano contenere mercurio è determinante, se questo accade la sostanza può infatti depositarsi nel cervello, per poi arrivare a provocare danni a cuore, fegato, reni, sistema nervoso e apparato riproduttivo. I rischi possono essere maggiori nei feti e nei bambini, per questo devono prestare la massima attenzione alla dieta anche le donne in gravidanza. Ma quanto è probabile questo possa accadere?
Si deve fare riferimento alla ricerca effettuata da Öko-Test tra marzo e maggio 2025 su 29 prodotti a base di tonno della specie Skipjack (Katsuwonus pelamis), ovvero il tonnetto striato, il più comunemente usato per produrre tonno in scatola. Pur di avere un risultato attendibile e senza contaminazioni, l’esame ha coinvolto esclusivamente il tonno al naturale, da cui è emerso come il mercurio ci fosse ovunque.

Fortunatamente si era al di sotto della dose settimanale considerata tollerabile per il nostro organismo, mentre in due marchi si andava ben oltre. C’è inoltre un aspetto meritevole di attenzione e che può farci stare più tranquilli, nessun campione ha superato i limiti legali previsti per il contenuto di mercurio nei prodotti alimentari. I problemi potrebbero emergere per i due prodotti analizzati, ma solo se mangiati quotidianamente e soprattutto dai soggetti fragili.